Viviamo dentro la società dell’apprendimento: la formazione viene perciò intesa come una sorta di necessità vitale.
Ma è effettivamente così , è così diffusa la formazione lungo tutto l’arco della vita?
Purtroppo esistono ancora degli analfabetismi, delle sacche di resistenza.
Questo della società dell’apprendimento è un tema generalmente acquisito ma effettivamente ancora non risolto.
Vi sono diverse dimensioni della formazione: formale, informale e non formale.
Si parla di formazione formale quando si conseguono dei titoli di studio, non formale quando l’apprendimento viene dall’esperienza organizzata (apprendistato, saper fare) e informale quando l’apprendimento viene dall’esperienza di vita quotidiana.
La dimensione dell’intelligenza è la principale preoccupazione dell’attività autoformativa: si restituisce al soggetto il ruolo di protagonista del proprio apprendimento.
Il motivo della formazione personale: non è una formazione personalizzata, che porta al rischio di polverizzare il progetto formativo, bensì il diritto di ciascuno a coltivare la sua propria persona.
L’apprendimento autoriflessivo, quello che attraversa anche i territori dell’approccio narrativo e autobiografico, viene utilizzato ancora molto prudentemente all’interno delle aziende.
Essa ha a che fare con la trasformazione individuale e con il desiderio di automiglioramento.
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